quando ero piccola mia madre mi ha invitata più e più volte - ma diciamo pure assillata - a leggere il famosissimo "piccolo principe", ed io puntualmente rifiutavo, anche per capriccio probabilmente, o perchè è più facile contraddire un genitore che assecondarlo... è anche vero che quando ero piccola non amavo molto leggere, forse perchè mi hanno sempre imposto la lettura ad esempio a scuola. non so.
fatto sta che si cresce e spesso e volentieri - e meno male direi - si cambia, ed ho cominciato anche ad appassionarmi alla lettura. non che sia diventata una divoratrice di libri, ho dei gusti particolari, spesso contraddittori e soprattutto incostanti... ma ho letto un po' di libri... però il piccolo principe proprio non ricordavo nemmeno fosse stato scritto.
poi un giorno conosco mio marito, ad un seggio elettorale: lui rappresentante di lista appena lasciato dalla fidanzata, io scrutatrice in una situazione sentimentale allo stallo...
nei 3 giorni elettorali abbiamo parlato parlato parlato parlato... e tra le tante chiacchere lui se ne uscì chiedendomi se avevo mai letto sto famoso libro, scritto da uno con un nome un po' difficile da pronunciare...
per una 10ina di giorni non ci siamo sentiti tranne che via sms. poi ci siamo visti, per il suo compleanno, poi ho letto il libro e poi ho lasciato il ragazzo con cui stavo e dopo pochi giorni sono riuscita con mio marito ( allora aitante giovinotto, con fisico asciutto e propensione al regalo di fiori ) e ci siamo messi insieme, senza più lasciarci fino ad ora.
di quei giorni di lettura ricordo in modo particolare il capitolo 21; lo ricordo perchè ha cambiato il mio modo di vedere la vita, soprattutto quella amorosa. e lo ricordo perchè lui, il grizzly mi chiamò proprio quando finii di leggere quel capitolo e mi trovò singhiozzante in preda ad una crisi di identità.
sono felice di aver letto "il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupé
ry" di averlo fatto quando ero pronta per farlo, e di aver tratto un ottimo insegnamento da quella lettura.
capitolo XXI
In quel momento apparve la volpe. "Buon giorno", disse la volpe. "Buon giorno", rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno. "Sono qui", disse la voce, "sotto al melo..." "Chi sei?" domando' il piccolo principe, "sei molto carino..." "Sono una volpe", disse la volpe. "Vieni a giocare con me", le propose il piccolo principe, sono cosi' triste..." "Non posso giocare con te", disse la volpe, "non sono addomestica". "Ah! scusa", fece il piccolo principe. Ma dopo un momento di riflessione soggiunse: "Che cosa vuol dire <addomesticare>?" "Non sei di queste parti, tu", disse la volpe, "che cosa cerchi?" "Cerco gli uomini", disse il piccolo principe. "Che cosa vuol dire ?" "Gli uomini" disse la volpe, "hanno dei fucili e cacciano. E' molto noioso! Allevano anche delle galline. E' il loro solo interesse. Tu cerchi delle galline?" "No", disse il piccolo principe. "Cerco degli amici. Che cosa vuol dire "<addomesticare>?" "E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire ..." "Creare dei legami?" "Certo", disse la volpe. "Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io saro' per te unica al mondo". "Comincio a capire" disse il piccolo principe. "C'e' un fiore... credo che mi abbia addomesticato..." "E' possibile", disse la volpe. "Capita di tutto sulla Terra..." "Oh! non e' sulla Terra", disse il piccolo principe. La volpe sembro' perplessa: "Su un altro pianeta?" "Si".
"Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?" "No". "Questo mi interessa. E delle galline?" "No". "Non c'e' niente di perfetto", sospiro' la volpe. Ma la volpe ritorno' alla sua idea: "La mia vita e' monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio percio'. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sara' illuminata. Conoscero' un rumore di passi che sara' diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi fara' uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiu' in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me e' inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo e' triste! Ma tu hai dei capelli color dell'oro. Allora sara' meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che e' dorato, mi fara' pensare a te. E amero' il rumore del vento nel grano..." La volpe tacque e guardo' a lungo il piccolo principe: "Per favore... addomesticami", disse. "Volentieri", disse il piccolo principe, "ma non ho molto tempo, pero'. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose". "Non ci conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe. "Gli uomini non hanno piu' tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose gia' fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno piu' amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" "Che cosa bisogna fare?" domando' il piccolo principe. "Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe. "In principio tu ti sederai un po' lontano da me, cosi', nell'erba. Io ti guardero' con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' piu' vicino..." Il piccolo principe ritorno' l'indomani. "Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe. "Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincero' ad essere felice. Col passare dell'ora aumentera' la mia felicita'. Quando saranno le quattro, incomincero' ad agitarmi e ad inquietarmi; scopriro' il prezzo della felicita'! Ma se tu vieni non si sa quando, io non sapro' mai a che ora prepararmi il cuore... Ci vogliono i riti". "Che cos'e' un rito?" disse il piccolo principe. "Anche questa e' una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe. "E' quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'e' un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedi ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedi e' un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi, i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza". Cosi' il piccolo principe addomestico' la volpe. E quando l'ora della partenza fu vicina: "Ah!" disse la volpe, "... piangero'". "La colpa e' tua", disse il piccolo principe, "io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi..." "E' vero", disse la volpe. "Ma piangerai!" disse il piccolo principe. "E' certo", disse la volpe. "Ma allora che ci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano". Poi soggiunse: "Va' a rivedere le rose. Capirai che la tua e' unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalero' un segreto". Il piccolo principe se ne ando' a rivedere le rose. "Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente", disse. "Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico ed ora e' per me unica al mondo". E le rose erano a disagio. "Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora. "Non si puo' morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, e' piu' importante di tutte voi, perche' e' lei che ho innaffiata. Perche' e' lei che ho messa sotto la campana di vetro. Perche' e' lei che ho riparata col paravento. Perche' su di lei ho uccisi i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle). Perche' e' lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perche' e' la mia rosa". E ritorno' dalla volpe. "Addio", disse.
"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale e' invisibile agli occhi". "L'essenziale e' invisibile agli occhi", ripete' il piccolo principe, per ricordarselo. "E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa cosi' importante". "E' il tempo che ho perduto per la mia rosa..." sussurro' il piccolo principe per ricordarselo. "Gli uomini hanno dimenticato questa verita'. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa..." "Io sono responsabile della mia rosa..." ripete' il piccolo principe per ricordarselo.
Anche io adoro questo capitolo del piccolo ma prezioso libro Il piccolo principe, è così semplice, dolce, ricco di verità. E sono d'accordo con te, c'è un momento giusto per leggere ogni libro!
RispondiEliminaio adoro il Piccolo Principe, non per niente ho un Piccolo Principe in casa ;)
RispondiEliminae anch'io adoro questo capitolo del libro... perchè l'essenziale è veramente invisibile agli occhi!!!
un abbraccio
ps. c'è un momento per ogni cosa... non lo dice anche la Bibbia?
bellissssssssimo!! anche a me continua a commuovermi ed é stato il primo regalo che ho fatto a mio marito. Che bello che sia legato anche alla vostra storia d'amore!!
RispondiEliminaanche io lo adoro e l'ho letto da grande.
RispondiEliminaw il piccolo principe
ciao
Antonella
E' uno spettacolo questo libro..ed il XXI è il capitolo più toccante..
RispondiEliminaE' il mio libro preferito, l'avrò letto decine di volte e ancora mi ritrovo con gli occhi lucidi alla fine del tuo post! In ogni viaggio che faccio lo compro nella lingua del posto in cui sono(salvo doppioni), ho anche la versione in napoletano "'O Principe Piccerillo" e quella pop-up! Grazie, un regalo bellissimo!
RispondiEliminaE' bellissimo questo libro!!! E anch'io, come tante vedo, non l'ho letto da bambina!
RispondiEliminaQuesto capitolo è sicuramente il più significativo!
Grazie per avermelo ricordato!
Scusa,mi presento perchè è la prima volta che scrivo! mi chiamo Roberta!
Ciao!!
Avrò letto 100 volte queste pagine, da ragazzina, da donna e da mamme e ancora mi emozionano, pensa che agli amici ho dato la notizia della nascita di Birby così " Le cose essenziali sono invisibili agli occhi...ma ancora per poco!" ero inconta di 3 mesi e la pancia ancora non si vedeva..
RispondiElimina